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Cultura venerdì 26 febbraio 2016 ore 11:11

L’arte sacra in mostra

In questi giorni è sceso, presso il museo diocesano di Arezzo, lo stendardo della Madonna della Misericordia di Sestino



SESTINO — Capita raramente - ma fa sempre piacere – vedere emigrare per andare in “mostra” una significativa opera d’arte dai territori della periferia. Nel 2007 un G.Pascaletti, del 1732, rappresentante San Francesco che riceve le stimmate, volò a Lamezia Terme, città natale dell’artista, che aveva lavorato a lungo anche a Roma, dove aveva ricevuto la commissione per una nuova cappella eretta in Sestino.

Nel 2007 andò in mostra a Pergola, insieme ai bronzi di cartoceto, un busto in marmo del museo archeologico, mentre nel 2011 andava a Perugia un raro Aes Signatum, che documenta, in caratteri umbri, l’esistenza di Sestino già nel III° sec. A.C.

In questi giorni è sceso, presso il museo diocesano di Arezzo, lo stendardo della Madonna della Misericordia di Sestino: “Nel Nome di Maria”- la mostra - raccoglie importanti opere dedicate a questo aspetto della devozione mariana, a sottolineare la spiritualità dell’Anno Santo della Misericordia e a raccogliere testimonianze di fede e arte di tante “chiese locali”. Lo stendardo, bifacciale, in lino, datato 1421, è tra i più antichi di tale fattura oggi conosciuti e ha avuto in epoca contemporanea numerose attenzioni. Restaurato a Firenze negli anni venti del Novecento, è stato ripulito e consolidato nel 2002, con un apparato critico di Paola Refice, edito dall’Istituto di Studi e Ricerche della Civiltà Appenninica. L’occasione fu propizia per nuovi studi da parte della critica, che scopriva una mano nuova, attribuita al “Maestro di Sestino” e nuovi nessi con una corrente pittorica marchigiana e romagnola, che ha lasciato non poche testimonianze in chiese della antica provincia della Massa Trabaria, secondo gli studi di Paola Refice, ampliati poi da Alessandro Marchi, nel saggio: ”Il Maestro di Sestino e la pittura al tramonto del Medioevo, tra Montefeltro e Massa Trabaria”.

Oratore d’eccezione, per questo saggio, fu Umberto Eco, in un convegno tenuto a Monte Cerignone il 23 agosto 2011, il quale, dopo una personalissima analisi sul concetto di “liminarità/marginalità” come fattore principale della storia, affermava: ”Una storia attraente quella del “Maestro di Sestino”, un pittore sconosciuto che ora si scopre aver lavorato moltissimo, con mano sicura. Le numerose opere riscontrate e riportate nel testo sembrano - si potrebbe dire con simpatia - una replica fotografica che lascia una scia dentro e ben oltre il Montefeltro”.

In questi giorni l’amministrazione comunale di Sestino ha annunciato il prossimo inizio dei lavori per mettere in sicurezza, constatate le numerose infiltrazioni di umidità, il Centro dell’Arte Figurativa del Piviere Nullius di Sestino, utilizzando finalmente un contributo della provincia di Arezzo, erogato nel 2007. Il Centro raccoglie, infatti, lo straordinario ritrovamento di ben tre strati di affreschi, rinvenuti nella chiesa di S.Donato, in località Castello, uno dei più “intriganti” insediamenti castrensi del medioevo sestinate.


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