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Attualità mercoledì 13 novembre 2019 ore 14:18

"Cinghiali, situazione da bollettino di guerra"

L'allarme di Coldiretti: "Nella dorsale appenninica le popolazioni di cinghiali guadagnano terreno rispetto alla presenza umana"



SESTINO — Nella dorsale appenninica c'è un cinghiale ogni cinque abitanti. E' l'allarme lanciato da Coldiretti Arezzo, che parla di "Una situazione da bollettino di guerra".

Proprio per affrontarele problematiche legate alla fauna selvatica, ieri sera si è svolto un incontro promosso dal sindaco di Sestino. Presente, insieme ai cittadini, anche Coldiretti Arezzo, con il presidente Lidia Castellucci, il direttore Raffaello Betti e il segretario della Zona Valtiberina Patrizio Pecorari.

Il territorio di Sestino, sottolinea Coldiretti è "Una delle zone più colpite del territorio provinciale".

"La situazione è diventata da bollettino di guerra - si legge nel comunicato dell'associazione di categoria- con attacchi continui alle aziende agricole che si trovano a fronteggiare una situazione non più sostenibile, tematica che colpisce anche i cittadini, che temono per la propria incolumità. Lo stato di disagio nel quale il comune vive, il sindaco nei mesi scorsi, lo ha riassunto in alcune lettere indirizzate più volte alla Regione Toscana e ai Carabinieri Forestali".

“Nella dorsale appenninica le popolazioni di cinghiali guadagnano terreno rispetto alla presenza umana – ha spiegato il presidente Castellucci - con una concentrazione media di un animale ogni cinque abitanti, in una fascia territoriale segnata già dalla tendenza allo spopolamento per l’indebolimento delle attività tradizionali. Dietro questa problematica emergono tre concetti chiave che non ci possono lasciare indifferenti – ha proseguito poi il Presidente – e sono la salute, la sicurezza delle persone e la tutela delle imprese agricole e quindi del territorio, questi sono aspetti che non possono lasciare indifferenti le istituzioni così come abbiamo ribadito nei giorni scorsi a Roma quando abbiamo denunciato la situazione drammatica che vivono le nostre campagne”.

"A rendere la situazione ancora di più incancrenita in una condizione di stallo, la sospensione dei prelievi selettivi di cui all’art. 37 della legge regionale, disposta a seguito di un infortunio - conclude Coldiretti- Senza alcuna azione di limitazione le problematicità andranno a cicatrizzarsi nel profondo, in un luogo enormemente ferito e lacerato con gli agricoltori e gli allevatori che ogni giorno si chiedono se andare avanti con la propria attività o se chiudere tutto e abbandonare una zona, quella montana, già disagiata e marginale".


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