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Lavoro lunedì 10 aprile 2017 ore 12:07

La guerra infinita dei cinghiali

A maggio dovrebbero riprendere gli alpeggi degli allevamenti Chianini, ma gli allevatori sono perplessi per questo situazione di “non amministrazione"



SESTINO — La convivenza della agricoltura con gli animali predatori – dai lupi, ai vari ungulati, ai cinghiali – ha raggiunto da tempo una “linea rossa” invalicabile. Dalle città, si può dire, agli ambienti tipicamente rurali. Gli agricoltori di Sestino, che rappresentano una economia fondamentale per la sopravvivenza in montagna, vivono una doppia, difficile realtà: alla “contesa” del territorio con gli animali si è aggiunta la anomala situazione della Riserva Naturale del Sasso di Simone.

Dei complessi problemi, che hanno avuto un incontro ”ai vertici” nel settembre scorso con un convegno nell’ambito della Mostra nazionale della Chianina a Ponte Presale - cui parteciparono tra gli altri l’assessore regionale M. Remaschi, il responsabile del Corpo Forestale per la Toscana gen. G.Vadalà, - si sta interessando la Coldiretti, che ha tenuto recentemente incontri con gli allevatori. E è tornata sul problema anche l’amministrazione comunale di Sestino, con una lettera inviata il 3 aprile agli assessori regionali Remaschi e Fratoni, al prefetto di Arezzo, dott. ssa Clara Vaccaro, nonché al presidente della Coldiretti, Tullio Marcelli. Una richiesta pressante per interventi inderogabili e specifici per proteggere l’agricoltura di questo Appennino.

Giovedì, 6 aprile, all’incontro con gli allevatori, tenuto nella sala del Comune, sono stati presenti vari dirigenti della Coldiretti: da Patrizio Pecorari responsabile per la Valtiberina, a Stefano Alberti, Roberto Marchesini, Roselli Marco. E’ stato messo a punto un documento che riguarda i vari aspetti del problema, inviato alla giunta regionale della Toscana, con particolare attenzione all’assessore Remaschi, e alla amministrazione comunale di Sestino.

La Riserva Naturale del Simone, in questo periodo di transizione tra Provincia e Regione- come è stato sottolineato nel documento- di fatto non è amministrata. I cinghiali vi pascolano incontrollati, “arando” i prati, danneggiando gli incolti a pastura, scavando buche e fossatelli che sconvolgono il sistema idrico e danneggiando i lavori di mantenimento- invasi, scoline, reticolati- realizzati nel tempo. Sui danni attualmente né la Provincia, né la Regione riescono a intervenire. Così come non vengono riconosciuti e compensati i danni portati alle singole aziende, né nel territorio della Riserva possono così essere realizzati interventi di manutenzione e di risanamento.

La Riserva, come è noto, confina con il parco interregionale del Simone-Simoncello-Carpegna, che ha una sua amministrazione, risorse e un regolamento, che consente la caccia di selezione. Ciò fa “emigrare” i cinghiali nella indisturbata area tosco-sestinate, aumentando così il problema di base, costituito comunque dalla presenza degli animali predatori. Chiaramente un atto basilare è l’avere omogeneità di regolamenti in territori confinanti.

La Riserva è stata immaginata anche come un volano turistico, che attualmente è di forte attrazione sui versanti marchigiano-romagnoli, attrezzatisi adeguatamente, facendo del tutto secondario il ruolo di Sestino, che detiene il cuore della Riserva, la quale –come il Parco interregionale - prende il nome dal Sasso di Simone e costituisce- o costituiva - una delle oasi naturali più significative della Toscana.

A maggio dovrebbero riprendere gli alpeggi per gli allevamenti Chianini, ma gli allevatori sono perplessi per questo situazione di “non amministrazione”.

Una soluzione- certamente non immediata ma che risolverebbe molti problemi amministrativi- sarebbe la costituzione di un unico parco interregionale Toscana-Marche-Emilia Romagna: proposta saltuariamente sollecitata da più voci e già sollevata nel 2010, con buone prospettive Forse sarebbe opportuno riprenderla in considerazione, perchè Sestino e i suoi allevatori non si trovino nella proverbiale situazione di un vaso di coccio tra vasi di ferro.


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