Politica

Festa della Toscana, occasione per parlare diritti

La Festa celebra l’abolizione della pena di morte e da sempre rappresenta un’occasione per promuovere i diritti, la convivenza pacifica tra le persone

La festa della Toscana si celebra il 30 novembre, data in cui ricorre la promulgazione della riforma penale voluta da Pietro Leopoldo di Lorena nel 1786. La riforma aboliva la pena di morte e la tortura e proprio alla Toscana appartiene nel mondo questo nobile e civile primato. La Toscana è stato il primo Stato ad abolire la pena di morte in virtù della civiltà che in questa Regione si era sviluppata, grazie anche all’influsso delle idee illuministe di Cesare Beccaria.

Quest’anno la festa della Toscana ha per tema l’istituzione delle Comunità, le bonifiche e le infrastrutture volute dai Lorena, quale esempio di governo del territorio che ha trasformato il paesaggio rurale e la società toscana stessa. Con l’istituzione delle Camera delle Comunità, infatti, Pietro Leopoldo aboliva le vecchie magistrature ereditate dal medioevo; una per tutte, ricordiamo inoltre la bonifica della val di Chiana e la realizzazione del canale maestro.

Ricordare e festeggiare la Toscana significa, innanzi tutto, promuovere quei valori civili fondanti che hanno portato all’abolizione della pena di morte, ma anche la centralità del governo del territorio e l’importanza di una convivenza pacifica e sicura tra le persone, in un contesto sociale come quello odierno profondamente mutevole; significa porre attenzione ai temi della manutenzione del territorio, la cui fragilità ci viene purtroppo ricordata dalle emergenze legate a eventi meteorologici, con le conseguenze in termini di danni e devastazioni che sempre più spesso coinvolgono anche la Valtiberina: l’importanza della regimazione delle acque, della manutenzione dei fondi specie nella fascia collinare, di quella di tutta la rete di smaltimento delle acque meteoriche e infine, di una politica seria sulla prevenzione sismica.

Ma la festa della Toscana diviene anche l’occasione per riflettere sull’importanza delle infrastrutture per lo sviluppo sociale ed economico della nostra realtà. Il pensiero corre inevitabilmente al secondo ponte sul fiume Tevere e alla principali arterie di comunicazione; ma anche alle infrastrutture telematiche e alla rivoluzione digitale, tra le sfide principali a cui è chiamato il nostro sistema produttivo.

Sono solo spunti di riflessione, sui quali ci aspettavamo almeno un po’ di attenzione da parte dell’amministrazione comunale di Sansepolcro. Nel tentativo di essere imparziali, ricordiamo anche il sindaco Polcri, appassionato di questi temi, a parlarne in piazza con gli studenti.

Vogliamo infine ricordare le parole del poeta Mario Luzi, cittadino onorario di Sansepolcro: “Quello di Pietro Leopoldo è uno degli atti fondanti di questa terra e dello Stato cui appartiene”.