Due anni per morte in conseguenza di altro reato e due anni e quatto mesi per spaccio. E' la sentenza emessa in appello nei confronti di Jbeil Moez, imputato nel processo per la morte per overdose di Sara Smahi, la 19enne trovata senza vita in un casolare in località Cesa nel marzo 2017.
Dimezzata la pena inflitta nel primo grado di giudizio, che passa da 8 anni a 4 anni e 4 mesi: in appello i giudici hanno infatti portato la condanna per spaccio a due anni e quattro mesi e mantenuto due anni per morte in conseguenza di altro reato, appunto lo spaccio.
Le indagini ricostruirono che Sara si trovava nella villetta insieme ad altre persone, tra le quali il fidanzato, ancora oggi irreperibile, e Jbeil Moez.
Sara Smahi, originaria del Marocco, abitava da tempo a Sansepolcro. A trovare il suo cadavere fu la proprietaria del casolare che il gruppetto aveva preso in affitto a Marciano.