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giovedì 28 marzo 2024

JAZZ CORNER — il Blog di Leonardo Boni

Leonardo Boni

LEONARDO BONI - Un giovane economista, appassionato di basket che nei timeout coltiva un grande interesse per la musica e per il jazz.

Se vedi gli Incognito sei spacciato

di Leonardo Boni - mercoledì 03 giugno 2015 ore 11:36

Non ho ancora scritto niente sugli Incognito.. Eppure credevo di si.. Bene.. È giunto il momento di introdurre sul Jazz Corner una delle band più sottovalutate a livello internazionale. Il ritmo che li contraddistingue non ha eguali. E vederlo dal vivo è ancora meglio.

Bluey è il leader... Un omino paffutello brizzolato, di colore, direttamente dalle Mauritius.. Luogo che gli ha trasmesso un concetto di vita che porta in giro per il mondo.. In ogni dove.. Come se fosse un pastore di positività, serenità, tranquillità e armonia.

L'ispirazione di Bluey parte dagli anni 70 quando la disco tramutava in funk sotto le ali del jazz.. E gli Earth Wind and Fire cambiarono la sua vita.. Ispirandolo tremendamente.. Poi banda Black Rio portarono un po' di Brasile nel suo sangue.. Purissimo jazz-funk da strada.. Mischiato alla tonalità leggera della musica di Ipanema..

Riuscite ad immaginare la bellezza di un ritmo coinvolgente e allo stesso tempo rilassante e positivo come quello degli Incognito? Ascoltare per credere... Bluey è un mago della chitarra elettrica.. Dirige tutta la band da dietro.. in sordina, come se volesse nascondersi dai riflettori.. Lasciando la scena alle voci e ai fiati.. Vero segreto dell'Incognito mood.

"100 and Rising" l ho scelto perché è un album completo ma sottovalutato dalla critica.. Pezzi come "Good Love" e "I Hear Your Name" sono icone... Pietre miliari del jazz funk.. Con un ritmo incessante, i fiati sposano la chitarra di Bluey e le tonalità femminili, facendoti pensare a come sia possibile non amarli..

Ma è "Barumba" la vera svolta dell' album... Non sopporto il fatto che pochi siano a conoscenza di un pezzo del genere.. Un acid jazz che non accetta compromessi e che non si confronta con nient'altro... Brasile, Mauritius, Jamaica.. Tutto insieme in un riff che Bluey addomestica con una maestria unica e che ti porta su un altro pianeta. Davvero. Percussioni e jambè che introducono l'attacco di chitarra, rimandano al Jobim di Wave (presto arriverà anche lui...) e potresti accontentarti... Ma poi i violini in mezzo al pezzo.. Assolutamente un capolavoro.

L'album è speciale perché racchiude tutte le influenze tipiche della band.. Che mischia da sempre culture diverse per scelta.. Nel ottica di sperimentare suoni nuovi e ritmi sempre più ricercati.. Direi che ci siamo.. Il progetto funziona, da circa 30 anni.

Degli Incognito ti innamori subito. Non puoi farne a meno.. Se poi ti capita di vederli dal vivo al Blue Note (ormai la loro seconda casa) sei spacciato..

Spesso cambia componenti ma Bluey rimane e non molla.. Da circa 4 anni alle tastiere c è Matt Cooper, assolutamente un genio, e se Ray fosse vivo.. Avrebbe avuto un degno rivale... Non aggiungo altro.. Lascio che la curiosità vi trasporti, gli Incognito parlano da soli.

Leonardo Boni

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