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Economia martedì 11 aprile 2017 ore 14:33

Emergenza ungulati, Coldiretti sul piede di guerra

Coldiretti Arezzo sollecita l'intervento della Regione Toscana sul problema ungulati. La zona maggiormente interessata resta la Valtiberina



VALTIBERINA — Stavolta non si tratta solo di una nota stampa o di una semplice richiesta di attenzione: Coldiretti Arezzo, alla guida dei suoi esasperati soci agricoltori vittime degli attacchi senza soste degli ungulati - e al termine di una serie di incontri sul territorio per ascoltare in diretta i problemi gravissimi che i coltivatori affrontano tutti i giorni a causa degli animali selvatici - ha scritto una lettera ultimatum alla Regione Toscana, vista “la grave situazione - si legge nel testo - che sta attraversando la provincia aretina, ma in particolare le zone montane come quelle dell’alta Valtiberina dove gli ingenti danni provocati dagli ungulati alle colture agricole stanno esasperando i nostri coltivatori”.

I destinatari della missiva sono appunto la Regione, attraverso il Servizio Caccia di Arezzo, l’assessore regionale competente, Marco Remaschi e il Prefetto di Arezzo, Clara Vaccaro. A questi si aggiunge anche il sindaco di Sestino, Marco Renzi. Al sindaco di Sestino perché la situazione nel territorio del Comune montano è davvero difficile in particolare nelle zone vicine al Parco regionale di Sasso Simone e Simoncello. Lo stesso sindaco ha a sua volta scritto alla Regione una lettera a sostegno della battaglia Coldiretti a favore delle imprese agricole del territorio.

“E’ inutile che la regione Toscana - scrive Coldiretti Arezzo a nome degli agricoltori che rappresenta - predisponga misure specifiche per il sostegno alle aziende di questi territori, come la misura 13 ”Indennità compensativa” o la misura 10.1.3 “Miglioramento di pascoli prati pascoli con finalità ambientali” del PSR 2014-2020 e non provveda a tutelare e difendere il lavoro di tante famiglie di coltivatori dalle devastanti scorribande di branchi di cinghiali”.

“Tutto questo non è più tollerabile - si legge nel testo firmato a nome Tulio Marcelli, nel suo ruolo presidente di Coldiretti Toscana e Arezzo - ed è necessario agire attraverso azioni di contenimento in tutte le aree, comprese le zone all’interno dei parchi e riserve dove la caccia è vietata e dove i cinghiali si rifugiano in massa perseguendo nella loro strategia di conservazione. Oramai è da più di un anno che non vengono eseguiti interventi all’interno del Parco naturale regionale del Sasso Simone e Simoncello e non è più rinviabile un piano di abbattimento straordinario per ricondurre alla normalità la popolazione degli ungulati”.

“Oltre ai danni economici per le colture danneggiate - spiega infatti il testo della lettera - le aziende sono anche demoralizzate, perché le loro grida di allarme e di aiuto non vengono raccolte dalle istituzioni. Diverse sono state le segnalazioni presentate alla competente ATC/Regione Toscana, ma oltre agli scarsi rimborsi che hanno disincentivato la presentazione delle richieste di danno, nulla è stato fatto per risolvere la situazione, che potrebbe indurre all’abbandono di questi territori, mettendo a rischio la stabilità idrogeologica e l’agricoltura nelle zone montane”.

Coldiretti Arezzo chiede quindi con forza alla Regione, entro pochi giorni, “un piano di intervento, per il ridimensionamento del numero degli ungulati, seguito da una strategia di gestione e di monitoraggio della popolazione per la prevenzione e la mitigazione dei danni causati all’agricoltura”. 

In caso di mancata risposta la stessa Coldiretti Arezzo, si riserva “di intraprendere tutte le azioni possibili per tutelare gli interessi delle nostre imprese”


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