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Il Premio Città dell'Autobiografia a Barbarossa

Il cantautore ha presentato il testo "Non perderti niente". Gli organizzatori "un Festival diverso, che ha aperto la porta su nuove prospettive"

Foto di Samuele Moretti

Si è conclusa domenica mattina, dopo tre giorni intensi ed emozionanti, l’edizione 2021 del Festival dell’Autobiografia, che si è svolta ad Anghiari nel giardino della splendida Villa Gennaioli e in altri caratteristici scorci del borgo tiberino. 

La 10ª edizione, organizzata come di consueto dalla Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari, è stata incentrata sul tema “Nel segno di una canzone - I ricordi musicali delle nostre vite” e ha vissuto tanti momenti ricchi di significato grazie agli interessanti incontri che hanno messo in evidenza, da una prospettiva per certi aspetti nuova, l’importanza della scrittura di sé e della condivisione delle esperienze personali (e collettive) legate alle parole delle canzoni e alle colonne sonore delle nostre vite. 

Vere e proprie autobiografie musicali che hanno scandito i giorni del Festival attraverso i racconti, la musica e le riflessioni degli illustri ospiti presenti.

Il Premio Città dell’Autobiografia è andato al cantautore Luca Barbarossa che domenica mattina ha presentato il testo autobiografico “Non perderti niente” di fronte ad un pubblico numeroso e partecipe. “Tutto avrei pensato nella vita, meno di vincere un premio per un libro… nella vita non mi sto perdendo niente veramente” ha commentato con ironia il cantautore romano, al quale la Libera Università dell’Autobiografia e il Comune di Anghiari hanno scelto di assegnare il riconoscimento per come il testo valorizza molti degli aspetti fondamentali della scrittura autobiografica.

L’edizione 2021 del Festival, organizzato come sempre dalla LUA con il patrocinio del Comune di Anghiari, il sostegno dell’Associazione Pro-Anghiari e il prezioso contributo degli sponsor (Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo, Busatti, Caffè River e Centro Commerciale Naturale Vie di Anghiari) ha riscosso l’apprezzamento dei presenti, per l’organizzazione e per il tema affrontato.

“Organizzare il Festival quest’anno - hanno commentato gli organizzatori a fine edizione - è stata una sfida che ci eravamo posti con il desiderio di permettere alle tante persone che ci seguono di potersi ritrovarsi ad Anghiari. Così è stato. Ci siamo ritrovati in un luogo nuovo e bellissimo, ma sentendoci custoditi da Anghiari grazie a una vista meravigliosa che ce lo ha fatto ammirare in tutta la sua bellezza, lì di fronte a noi, pronto ad ascoltare e a far risuonare nuove narrazioni. Un Festival diverso, che ha aperto, però, la porta su nuove prospettive verso il futuro”.