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Raccolta fondi per Bekim, la salma torna in patria

Il 44enne, sposato e con due figli, è deceduto mentre lavorava. Le comunità straniere della vallata si sono attivate per la famiglia e il rimpatrio

Una storia di solidarietà unisce Italia e Balcani ad Anghiari, nel ricordo di una persona sfortunata. Domani, mercoledì 7 aprile, dopo il nullaosta rilasciato dal Tribunale di Perugia, potrà infatti partire per il Kosovo via nave la salma di Bekim Kunushevci, il quarantaquattrenne operaio edile morto per un incidente sul lavoro.

La disgrazia è accaduta lo scorso 27 marzo, a Città di Castello, all'interno di un'abitazione privata dove l’uomo stava lavorando, quando è scivolato sbattendo violentemente la nuca. Trasportato nel vicino pronto soccorso e in seguito all'ospedale di Perugia, durante il tragitto le sue condizioni si sono aggravate ed è entrato in coma irreversibile, spirando martedì 30 marzo.

Bekim Kunushevci era arrivato in Italia nel 2000 come profugo dal suo paese dilaniato dalla guerra. Si era trasferito ad Anghiari, dove aveva trovato regolare lavoro e dove viveva da oltre vent’anni. Nel borgo della Valtiberina si era sposato e aveva avuto due figli, una bambina che oggi ha dieci anni e un bambino di otto.

Nella comunità anghiarese l’uomo era conosciuto e ben integrato. La gente lo ricorda come una persona educata e generosa.

Dopo la tragedia la comunità kosovara, albanese e macedone che vive in Valtiberina, aiutata da alcuni italiani, ha organizzato una raccolta fondi per consentire alla salma di Kunushevci di tornare nella terra di origine, rispettando le sue volontà.

Alla fine sono stati raccolti 11.000 euro che serviranno a pagare le spese legali, la bara, il viaggio del feretro e i funerali. Quello che rimarrà, verrà devoluto alla vedova e ai figli.