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Sos siccità dai campi e dagli allevamenti aretini

Incontro tra Stefani (Cia) e l'assessore Saccardi. Le richieste: completare i distretti irrigui di Montedoglio, poter creare bacini di accumulo

Sos siccità. La mancanza di acqua che penalizza il mondo agricolo, riduce le rese, mina i raccolti e rischia di segnare pesantemente anche gli impianti. È il tema evidenziato con forza da Serena Stefani, presidente di Cia Arezzo, alla vice presidente della Regione Toscana e assessore all’agroalimentare Stefania Saccardi, incontrata a Firenze, in occasione dell’iniziativa, organizzata da Cia Toscana per dare voce e protagonismo all'agricoltura dei territori.

"In provincia di Arezzo – ha spiegato Stefani - anche aree insospettabili cominciano a soffrire per mancanza di acqua. Penso al Casentino e alla Valtiberina. Molte colture che prima non avevano necessità irrigue ora per dare buone rese hanno bisogno di acqua. In alcune aree è vera emergenza nei campi e negli allevamenti. Ci chiedono risposte urgenti le imprese agricole, le prime a pagare a duro prezzo la crisi idrica”. 

Nel corso dell’incontro la presidente Stefani ha proposto le sue soluzioni: “completare in modo spedito i distretti irrigui del Sistema Occidentale di Montedoglio, recuperando i laghetti già presenti; creare nuovi bacini di accumulo per trattenere le acque quando queste abbondano; consentire, con snellimento di costi e di procedure, il recupero o la creazione di laghetti aziendali per consentire ai privati di dotarsi di infrastrutture adeguate”. Siccità, ma non solo.

Stefani ha affrontato anche i gravi problemi legati al caro energia, ai prezzi delle materie prime e dei concimi ormai da tempo alle stelle, alla difficoltà di reperire elementi per il confezionamento dei prodotti, costosissimi, la mancanza di manodopera per raccolti e trattamenti agronomici.

Le criticità dell’area aretina, comuni anche ad altre agricolture della regione, sono state raccolte dalla vice presidente Saccardi che ha detto: “stiamo attraversando un momento molto delicato. La crisi climatica da un lato, la guerra e le difficoltà dei mercati dall'altro, richiedono adeguati interventi strutturali. La regione è cosciente delle preoccupazioni e delle necessità degli agricoltori ed è al lavoro per individuare possibili soluzioni di emergenza. Per risposte e interventi più radicali purtroppo dovremo attendere. La situazione politica italiana infatti non aiuta”.