Attualità

Ristoratori, "Vogliamo riaprire il 18 maggio"

Da Confcommercio l'appello di accorciare i tempi per la ripartenza e la richiesta di spazi e piazze per poter ampliare la disponibilità di tavoli

Federico Vestri

I ristoratori non ce la fanno più e chiedono a gran voce di tornare a svolgere la loro attività

Siamo pronti a riaprire al pubblico i nostri locali il 18 maggio. Basta con lo stop forzato. È un lusso che non possiamo permetterci e un sacrificio che, da solo, non basta certo a fermare l’epidemia da Covid –19”. Questo il grido dei ristoratori di Confcommercio 

Il presidente provinciale di categoria, Franco Vestri, sottolinea come i ristoratori siano in grado di adottare le norme di sicurezza per personale e clienti. 

“Chiediamo, alle Amministrazioni Comunali, piazze e spazi pubblici gratuiti per ampliare la disponibilità di tavoli anche fuori dai nostri locali. L'esonero dal pagamento di Cosap e Tari per almeno un anno, per contenere al massimo i costi e contributi a fondo perduto, oltre ad una moratoria su tariffe, tasse e tributi".

Altro aspetto importante che penalizza il settore è anche la gestione degli affitti. "Non può essere lasciata al buon cuore dei proprietari dei fondi - afferma Vestri - ci vogliono sostegno concreto e garanzie per tutti. La contrattazione privata potrebbe quindi affiancarsi ad una rimodulazione collettiva dei canoni, con il tramite delle associazioni di categoria e le autorità come garanti”.

Anche le nuove disposizioni che consentono la consegna a domicilio o l'asporto non bastano per il presidente di categoria della Confcommercio, che ribadisce come sarebbe opportuno anche abbassare l'Iva al 4% su tutti gli alimenti e rendere detraibili anche le spese sostenute al ristorante.

 "Il consumo dei pasti fuori casa non è solo né sempre un lusso: per molti lavoratori, ad esempio, è una necessità. Per tutti è un servizio che ci aiuta a vivere nella socialità”.