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Due storie del Premio Pieve nella serie SanPa

Si tratta delle tormentate vicende di Natalia Berna e Paolo Severi, che sono anche dei libri. Lui si è salvato, lei non ce l'ha fatta

Immagine tratta dal sito di Netflix

SanPa. Questo il nome della serie su San Patrignano in onda su Netflix, che tanto sta facendo parlare, dividendo l'opinione pubblica, come ormai da decenni fa anche la storia della comunità di recupero e del suo fondatore Vincenzo Muccioli.

Ma quale è il legame tra la Valtiberina e questo docufilm? Due dei protagonisti del Premio Pieve sono stati recentemente messi in luce proprio nelle puntate sul piccolo schermo. A renderlo noto, sulla pagina Facebook, l'Archivio dei Diari.

Sono due storie di dolore quelle di Natalia Berla, vincitrice ex aequo del Premio nel 1990 e di Paolo Severi, finalista al concorso 1997. Paolo trova un riscatto scontando la sua pena e salvandosi, anche grazie alla scrittura. Natalia non ce la fa. La serie ha riportato attenzione su queste due storie che sono anche libri. 

Quello della Berla, edito da Rosellina Archinto, ha esaurito in pochi giorni le ultime scorte, quello di Severi (Frontiera Editore) è ancora disponibile sul nostro sito https://www.attivalamemoria.it/negozio/paolo-severi/
Così Dario Fò nella prefazione "di questo libro mi è subito piaciuto lo stile: secco, brutale e tagliente, proprio come ciò che si racconta, come l'atmosfera che si respira leggendo le pagine di questo diario. Chi lo scrive è un giovane ex tossicodipendente che, uscito dalla Comunità di San Patrignano contestandone i metodi e arrivando perfino ad affermare 'Non mi sono salvato grazie a San Patrignano, ma nonostante San Patrignano', deve scontare ancora parte della sua pena in un penitenziario".

Un racconto che Paolo ha fatto al pubblico delle "Memorie in piazza" intervistato nel settembre del 1997 da Duilio Del Prete e che è diventato il prologo del suo libro: http://www.archiviodiari.org/.../479-paolo-severi.html.