Attualità

Fortificazioni Medioevali a Pieve Santo Stefano

In uscita il volume di Simone De Fraja con prefazione di Claudio Santori e introduzione di Silvia Cipriani. Viaggio nella storia della Valtiberina

Un volume ricco di storia, che racconta l'evoluzione architettonica ma anche economica e culturale  di un'intera Vallata. "Fortificazioni Medievali nel territorio di Pieve Santo Stefano" è il libro scritto da Simone De Fraja. Il noto avvocato è un appassionato della storia e della Valtiberina e così ha condotto uno studio che analizza la presenza e l’entità delle strutture fortificate medioevali presenti nel territorio di Pieve Santo Stefano, naturale fulcro di direttrici viarie, ai piedi di significativi rilievi orografici che sfociavano in valli segnate da percorsi secondari e sentieri di raccordo per la fitta rete della microviabilità montana.

Nel corso dei secolo XIII e XVI, all’interno di giochi ed equilibri di potere, Pieve Santo Stefano concretizza la propria importanza attraverso fasi fortificatorie di cui evidenti rimangono le tracce nel tessuto urbano, sorto alla confluenza tra il Tevere e l’Ancione.

Il repertorio, corredato di numerose immagini, prende in considerazione le strutture ed gli  insediamenti fortificati del territorio, talvolta ancora ben leggibili ed individuabili e, in altri casi, persistenti solo a livello di rudere od ancora solo a livello di toponimo attestante, spesso documentalmente o soltanto materialmente, la presenza di una fortificazione.

Nella prefazione, Claudio Santori precisa che “A parlare non sono soltanto le pietre, ma anche tutte le testimonianze dell’intervento umano laddove, per esempio, si registrano cime di colli spianate artificialmente o si sottolinea l’abile sfruttamento delle caratteristiche orografiche del sito.Il tutto illuminato da precisi riferimenti agli eventi storici che hanno interessato i punti cruciali del territorio in esame: dal “cassero con torre fortissima” che controllava Pieve Santo Stefano nell’ambito delle fortificazioni concesse da Carlo IV agli Aretini, a quegli uomini di Caprese che nel 1323 giurarono “sponte” obbedienza al vescovo di Arezzo e “parteciparono alla presa della fortificazione di Rocca Cinghiata”.

Introducono infatti alla lettura la prefazione di Claudio Santori nonché un inquadramento storico, relativo ai poteri e consorterie locali, di Silvia Cipriani; quest’ultima prende in esame anche i territori a nord di Pieve Santo Stefano come quelli dell’Abbazia del Trivio i ruderi della cui fortificazione principale sono stati trattati ed esaminati dall’Autore. L’introduzione storica esamina inoltre come le principali Signorie della Valtiberina si siano radicate nel territorio dando vita alle sedi di gestione e controllo del territorio conservatesi sino ad oggi, come la fortificazione di Montedoglio, Mignano, Schiantacappa, Rocca Cinghiata e molte altre ancora più conosciute.

La Tratos Cavi di Pieve Santo Stefano è stato il principale sponsor, mentre la Società Storica Aretina e la Brigata Amici dei Monumenti hanno fornito il patrocinio scientifico all’iniziativa.