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Il Giudice di Pace sarebbe costato pochi euro

Per il Pd biturgense è difficile credere alla versione del presidente dell’Unione dei Comuni, nonché sindaco di Badia Tedalda che aveva risposto

"Vorremmo capire quali sono le motivazioni del sindaco di Sansepolcro di fronte alla scelta di rinunciare ad un servizio per i cittadini, che insiste proprio nel suo Comune. Le forze “civiche” che compongono l’attuale maggioranza hanno fatto della centralità di Sansepolcro, del suo rilancio, i cardini del proprio mandato e oggi sono silenti e concordi nel depauperare il territorio", dicono dal Pd.

"Immaginiamo  - dicono i democratici - i disagi per quei cittadini che da Sestino devono recarsi ad Arezzo anche per la semplice contestazione di una multa, devono essere necessariamente muniti di auto e perdere una giornata intera tra andare e tornare. Il percorso per la ri-costituzione era stato intrapreso, vogliamo ricordare come dietro a questo iter ci fosse una delibera del Consiglio dell’Unione dei Comuni e le delibere di tutti i Comuni compreso Sansepolcro, inoltre le due risorse umane non sarebbero state assunte ma inviate dai Comuni. In primis i due Comuni più grandi Sansepolcro e Anghiari si erano assunti l’onere di inviare il proprio personale avendo provveduto anche alla formazione professionale." 

"La posizione di Sansepolcro a questo punto si aggrava - per i cremocratici che continuano ad incalzare l'amministrazione Cornioli - perché è il Comune più grande, quello dove ha sede il servizio del Giudice di Pace, quello che ha individuato la risorsa e l’ha formata, e senza colpo ferire sottostà alle scelte di altri senza rendersi neanche conto della perdita che ha causato per il suo territorio e senza dare una risposta ai propri cittadini. Le forze “civiche” che compongono l’attuale maggioranza hanno fatto della centralità di Sansepolcro, del suo rilancio, i cardini del proprio mandato e oggi sono silenti e concordi nel depauperare il territorio. La battaglia per i servizi si combatte giorno per giorno, dispiace vedere che chi è sempre in prima fila nel dare la responsabilità allo Stato e alla Regioni, quando può fare concretamente qualcosa per mantenere un presidio preferisca non fare niente."