"Purtroppo non è superfluo dedicare una giornata alla riflessione sulla violenza contro le donne.
Possiamo
però lavorare perché lo diventi. La politica su questo ha un ruolo
fortissimo, molto più che su altri aspetti della vita. La politica che
collabora, che intreccia rapporti con le espressioni territoriali, che
analizza con lucidità la realtà e la affronta con coraggio. Da noi si sta facendi molto e cc'è di che essere riconoscenti a chi si impegna con profitto nelle amministrazioni e nelle associazioni per approfondire questo tema ingrato.
Ritengo che oggi questo tema debba essere considerato da un'altra angolazione.
Personalmente,
credo che sia arrivato il momento di smettere di trattare la questione
di genere come una contrapposizione tra uomini e donne. Non funziona.
Anzi, si rischia di fare peggio. Ritengo che ci sia una questione
maschile che ha urgenza di essere sviscerata: sulle donne e sul loro
rinnovato ruolo sociale si è riflettuto molto. Decisamente meno, mi
sembra, sull'impatto che questo ha avuto sull'uomo. Si è parlato di
società, di famiglia, di economia e di lavoro. Ma ho la sensazione che
abbiamo tralasciato altri aspetti più delicati e difficili da sondare.
Quando
gli equilibri cambiano si deve ritrovare la stabilità. I cambiamenti si
portano dietro tante conseguenze e non è detta che debbano essere
negative. Il punto è di non lasciare indietro nessuno nella loro
elaborazione.
Quando si fa del male agli altri non c'è mai giustificazione, ma c'è sempre una causa. Che va trovata e rimossa.
Non
è facile né agevole: di certo non saranno gli uomini a mettersi
spontaneamente in gioco per scoprire cosa bolle in pentola e, di sicuro,
se noi continuiamo a identificarli come carnefici potenziali loro
continueranno a sfuggire al confronto.
Mi rendo conto di lanciare
una sfida abbastanza inedita e sorprendente, in questo giorno. Ma
quando, meglio di oggi, per raccoglierla?"
Stefania Boschi