Attualità

Poste a giorni alterni, protestano i lavoratori

Secondo i rappresentanti sindacali dei lavoratori ci potrebbero essere conseguenze drammatiche sia sul servizio che sull'occupazione

Sulla questione interviene Daniele Mugnai della SLP CISL di Arezzo. "Il progetto una volta avviato ha fatto emergere, come naturale che sia, una serie di problematiche quali lo smaltimento del recapito. In un successivo incontro – spiega Daniele Mugnai – non venendo meno al nostro senso di responsabilità, siamo entrati, come nostra regola, nel merito del problema ed abbiamo firmato un accordo che stabiliva le regole per la partenza di Arezzo e non la partenza di Arezzo che era già stabilita. In seguito, visto il numero delle eccedenze che sarebbero dovute passare allo sportello, è presumibile che sarebbe cambiato per la giusta esigenza di consegnare i quotidiani tutti i giorni, abbiamo chiesto all’azienda di sospendere la partenza ma, avendo avuto risposta negativa, abbiamo aperto conflitto di lavoro, sia nel recapito sia nella sportelleria; non potevamo permettere che venissero introdotto nuove azioni non concordate, seppur incrementando l’occupazione come auspicato in incontri precedenti. L’introduzione delle “linee quotidiane” cioè il recapito giornaliero dei quotidiani, senza un accordo con l’editoria che ne fissa il numero altera, a nostro avviso, la riorganizzazione in atto e, fra l’altro, complica le impiegatizzazioni necessarie per dare respiro ai colleghi della sportelleria. Secondo la Cisl Poste è necessario apportare delle modifiche sostanziali al progetto altrimenti si potrebbero verificare drammatiche conseguenze per il recapito. Ed è necessario intervenire nell’immediato per salvaguardare la qualità del lavoro dei portalettere e degli sportellisti. Intanto, l’azienda ha riconosciuto le problematiche da noi segnalate ed ha bloccato le ulteriori implementazioni del progetto e ci ha immediatamente richiamato al tavolo perché, le criticità ci sono e vanno risolte, sia nel rispetto dei lavoratori sia dell’utenza e perché a pagare non dovranno essere i portalettere e nello stesso tempo non si deve perdere di vita la vocazione sociale delle Poste."