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Attualità giovedì 10 settembre 2020 ore 08:25

Meglio gatti al guinzaglio che investiti

Allarme randagismo e gatti vaganti in città: lo lanciano due volontarie che chiedono alla politica una risposta veloce ed efficiente



AREZZO — E’ sempre più allarme per i gatti ad Arezzo, sia per la questione dei randagi che delle colonie feline. L’appello alla Asl e al Comune arriva da due libere professioniste che condividono l’amore per i gatti e nel tempo libero fanno volontariato in favore dei piccoli a quattro zampe.

Sabrina e Francesca, questi i loro nomi, delineano una situazione sempre più preoccupante, soprattutto per tre motivi che hanno portato ad un aumento incontrollato di gatti liberi in città: il blocco delle sterilizzazioni da parte della Asl nel periodo del lockdown; la riattivazione insufficiente delle sterilizzazioni, che ad oggi vengono fatte solo una volta a settimana; gli abbandoni dei gatti durante il periodo del lockdown e infine il caso di Lyssavirus che ha impaurito i cittadini

Il risultato? Una città invasa dai gatti che vengono spesso investiti, che si ammalano ma rischiano di non essere curati, che rischiano di provocare incidenti.

Il fenomeno del randagismo negli ultimi mesi è aumentato tanto ad Arezzo – spiegano le due volontarie – Se non intervengono le autorità competenti peggiorerà sempre di più. Una situazione che sta sfuggendo al controllo perché non ci sono regole chiare e i vari enti fanno a scaricabarile”.

Secondo Francesca e Sabrina, ma la questione è sollevata spesso sui Social da veterinari e privati cittadini, esiste un vuoto normativo, che riguarda i gatti in particolare: se una persona trova un gatto, cosa deve fare? A chi si deve rivolgere? Chi paga le spese se il gatto è incidentato e sta male? Chi tiene il gatto dopo le eventuali cure?

Ad oggi, non esiste niente di preciso e definitivo e questo sta mettendo in forte difficoltà chi ama i gatti perché spesso ci sobbarchiamo di spese per cibo e cure da destinare ad un gatto che non è nostro. Ma come ci si può voltare dall’altra parte?” chiedono Sabrina e Francesca.

Anche la questione delle colonie feline non è da meno. Ad oggi sono circa 70 le colonie censite in città. Questo significa che ogni persona a cui viene intestata una colonia, si occupa di quei gatti sia da un punto di vista del cibo (a proprie spese) sia delle cure (con risorse del Comune). “Il problema è che spesso, in realtà, le gattare sono lasciate sole e senza aiuti” dicono le volontarie.

Sarebbe quindi necessaria, oltre alla legge nazionale che risale a ormai tanti anni fa, la stesura di un regolamento comunale fatto bene, sulla linea di quelli di Roma e Milano, per esempio. “Deve essere scritto nero su bianco chi fa cosa, chi deve intervenire, chi paga e chi soccorre, perché così non è più possibile andare avanti. Sarebbe poi necessario che la Asl intensificasse le sterilizzazioni”. Le volontarie sottolineano la questione dei gatti abbandonati o incinta: “Enpa interviene solo se i gatti sono incidentati, non negli altri casi. Quindi te li devi prendere in carico a tue spese”.

C’è anche una mentalità da cambiare: quella che vede il gatto come animale che può muoversi autonomamente, che può entrare e uscire da casa da solo. “Ho comprato un guinzaglio ed ho abituato il mio gatto a uscire con me all'interno del condominio, indossandolo – dice Francesca – Lui stesso aspetta che gli metta la pettorina! Lo so che da noi questa abitudine sembra strana e ti additano come mezza matta ma è un continuo vedere gatti investiti. Per evitare questa strage, visto che amiamo i nostri animali, è necessario rivedere le nostre abitudini. E le istituzioni devono aiutarci perché questa catena ricade sulle spalle dei cittadini e delle associazioni, che ormai sono allo stremo”.

La proposta potrebbe essere anche di creare una struttura intermedia, gestita con una convenzione comunale, dove possano trovare posto animali in modo temporaneo, quelli incidentati o trovati vaganti. In ogni caso, la politica deve dare una risposta ad un problema molto sentito, legato anche a questioni di igiene e di sicurezza, soprattutto stradale.

Simona Buracci
© Riproduzione riservata


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