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Attualità domenica 19 luglio 2020 ore 09:30

​Parole e musica ai tempi del Covid

Il progetto di Marco Feri e Paolo Angori, medici-musicisti autori di una canzone sull'esperienza in corsia nei mesi più duri. Pronto un nuovo lavoro



AREZZO — Svegliarsi dopo un corpo a corpo contro il Coronavirus in un reparto di Rianimazione, intubato e nudo. Svegliarsi da un incubo reale, nelle corsie dove hai perso l'identità tra le pieghe di tute bianche, visiere, mascherine da indossare come una seconda pelle, nel ritmo frenetico del prendersi cura di persone che non respirano e rischiano grosso. 

Svegliarsi dopo mesi di silenzio, porte chiuse, serrande abbassate, luci spente: negozi, fabbriche, uffici deserti. Uno stop forzato che amplifica l'inquietudine. Tre dimensioni, un'unica trama al centro del brano musicale che porta la firma di due medici-musicisti: Marco Feri e Paolo Angori. 

Nel titolo c'è il messaggio: “I woke up”: svegliarsi, appunto, dentro e dopo il Covid e sentire che il tempo della sofferenza lascia spazio alla rinascita, la vita comincia a rifluire in una persona che torna a respirare, in un medico, infermiere, operatore sanitario che supera la fase critica e vede il reparto svuotarsi, in un commerciante, imprenditore, ristoratore che riapre e prova a ripartire.

Nei mesi della “fase acuta” Marco Feri, ha scritto il testo della canzone a fine turno, sulla scrivania della Rianimazione dell'ospedale San Donato che dirige da anni, al timone dell'Area funzionale di Anestesia e Rianimazione della Usl Sud Est: il “capo dei capi” come lo chiamano i suoi collaboratori. “Ho scritto ciò che abbiamo vissuto ogni giorno e ho sentito nel periodo più critico dell'emergenza” spiega con in testa ancora le parole di un paziente che prima di essere intubato gli ha detto: “Dottore, mi dia la bastonata”. Già, la bastonata: quella che non ha risparmiato nessuno, contagiati e non, morti e guariti; il Covid è stato come la “bastonata che ti aspetti eppure non sai quando e da che parte arriva”, dice Feri, ma è anche la bastonata di chi se non si è beccato il virus ha subìto gli effetti “economici” perdendo il lavoro.

Parole tirate giù in inglese, poi tradotte in italiano, scritte in prima persona ma a nome di tutti, con la musica composta da Paolo Angori, cardiologo. “I woke up”, svegliarsi una mattina, appunto. Prima e dopo, come nel video che accompagna il brano musicale che su Youtube ha giù raggiunto tremila contatti e gira nel web veleggiando per i diecimila.

“Dottore, cosa sta succedendo?”. E' la domanda ricorrente in corsia e nel negozio sotto casa con cui Feri ha fatto i conti per mesi senza avere la riposta pronta. “Cosa sta succedendo? E che ne so io cosa di cosa stava succedendo! Ero solo, col fiato impiccato, trattenendo il respiro, aspettavo come chi si piega per proteggersi dal bastone” racconta il brano.

Paolo Angori, cardiologo ha composto la melodia e trovato le note “ispirate dalle parole di Marco. Ho provato un paio di armonie con la chitarra folk, ho curato gli arrangiamenti, programmato basso, fiati e archi”. Un lavoro condiviso con Michele Gammarota, anestesista e musicista: è stato lui a creare il contatto con Fabio Pianigiani del Narada Studio, a Siena, dove è stata registrata la parte del sassofono di cui Feri è appassionato.

Non è finita qui: Feri e Angori sono due medici della M&M band, acronimo di “medici e musicisti” perchè non ci sono solo camici bianchi a suonare ma anche pizzaioli, come Paolo Porcini, erede di una tradizione di famiglia molto apprezzata a Castiglion Fiorentino. La batteria è la sua “astronave”. 

Suoniamo per beneficenza e lo facciamo divertendoci”, spiegano Feri e Angori ricordando performances e progetti realizzati col passa parola della solidarietà. Nella band ci sono anche Carlo Casettari, ginecologo, al basso, Giorgio Sgrevi direttore del Pronto Soccorso dell'ospedale della Fratta alla chitarra e voce, Marco Margioni direttore del Laboratorio di analisi dell'ospedale del Valdarno, alle tastiere, Katia Barrella, ostetrica e cantante come Lia Patrussi che di mestiere fa l'anestesista e Lenny Graziani; Marco Margiotta al sax. Guest star: il maestro Francesco Santucci.

Il video accompagna “I woke up” nel viaggio dentro la sofferenza che è Covid ma potrebbe essere un terremoto e nasce dalle immagini cristallizzate dal fotografo Francesco Cianchi, negli scatti dentro la Rianimazione. Scatti sfumati dietro il colore bianco, quasi accecante, acuto, come il dolore. Un “white world” che è stato realtà. “Abbiamo usato il bianco per dire che la sofferenza non ha volto, ciascuno lo interpreta come la sente”, spiega Marco Feri.

Dopo il Covid è già pronto una nuovo lavoro: una canzone che diventerà una clip. “Raccontiamo con parole, musica e immagini, la storia di un bambino che passa da un Paese all'altro in forma non convenzionale”, anticipa Feri. La storia di un bambino-migrante. 

Lucia Bigozzi
© Riproduzione riservata


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