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Cultura lunedì 19 settembre 2016 ore 18:20

Balilla Blues vince il Premio Pieve

Ivano Cipriani è il vincitore della 32esima edizione del Premio Pieve Saverio Tutino. La sua autobiografia tra gli applausi della platea di Pieve



PIEVE SANTO STEFANO — L'incontro con la musica, con il blues in particolare, ha cambiato la sua vita. Gli ha permesso di scoprire la libertà. Sono stati un giradischi gracchiante e le note della tromba di Armstrong a dare la svolta definitiva alla vita di Ivano Cipriani, vincitore della 32esima edizione del Premio Pieve Saverio Tutino. La sua autobiografia, dal titolo “Balilla Blues” ha trovato voce questo pomeriggio sul palco di Pieve Santo Stefano.

Di fronte al numeroso pubblico che ha partecipato all'evento promosso dall'Archivio dei Diari, Cipriani ha ripercorso la sua vita: cresciuto negli anni del regime fascista in una famiglia di comunisti pronti a sacrificare i propri ideali per crescerlo in sintonia con quella che era la società del tempo, abbraccerà i dettami del regime e solo dopo il conflitto mondiale, una volta adulto, scoprirà una strada tutta sua che porterà, a sua volta, ad aderire al PCI.

Cipriani, si legge nella motivazione “racconta in modo ricco e vivace, adottando spesso un registro ironico e divertito, i primi diciotto anni dalla sua esistenza, dalla nascita fino all'anno cruciale della liberazione di Roma. Il suo è al tempo stesso un "romanzo familiare" e un "racconto di formazione".

Figlio di genitori comunisti, poi balilla e avanguardista e infine comunista egli stesso, Cipriani nasce a Roma nel 1926 da Alfredo e Alma e cresce in una famiglia allargata: tutti parenti scappati da Pistoia per fuggire alle persecuzioni del regime, pronti a ogni compromesso pur di costruire una vita normale intorno a quel bimbo. Ma è attraverso le piccole esperienze quotidiane che forma la propria personalità e coscienza critica: durante gli anni del liceo saranno la scoperta dell’amicizia, quella del cinema, della sessualità e della musica – il blues appunto – che lo porteranno ad assaporare la libertà. Un'emancipazione culturale che sfocia nell’adesione al Pci.

Due le menzioni speciali della giuria. Una è andata alla storia di Giulio Cesare Scatolari che narra l'avventuroso viaggio nel cuore dell'Africa all'inizio del Novecento. L'altra menzione è per la straziante vicenda raccontata da Cinzia Pinotti, che ha perso la figlia di soli 11 anni, Vera, a causa di una malattia. Un terribile tumore che non le ha lasciato scampo, nonostante gli innumerevoli tentativi fatti per salvarla e il calvario di cure proposte dai medici che però si sono rivelate inefficaci.

L'Archivio dei diari, in questa 32esima edizione, dedicata a StoriEmigranti, ha attribuito il Premio Città del Diario a Giusi Nicolini, sindaco di Lampedusa che da anni, quotidianamente, affronta l'emergenza migranti nell'isola.


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