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Politica venerdì 23 settembre 2016 ore 14:30

Marconcini contro il rinvio dell'assemblea Ait

L’assessore biturgense Marconcini: "Il modello toscano di gestione della risorsa idrica dimostra di non avere rispetto per niente e nessuno"



SANSEPOLCRO — Marconcini contesta il rinvio dell'assemblea dell'Autorità Idrica Toscana che si sarebbe dovuto tenere giovedì 22 a Firenze. 

Secondo l'assessore ai Beni Comuni di Sansepolcro "decine di sindaci ed assessori toscani si ritrovano nel capoluogo regionale per discutere la relazione del direttore generale e da approvare i piani tariffari di alcune conferenze territoriali che non erano state in grado di definirli entro luglio. Dopo un'ora e mezzo di attesa il direttore dell'Ait ci comunica che ci sono problemi a raggiungere il numero legale: in sostanza manca un comune in rappresentanza della Conferenza Territoriale n.1 (Massa-Carrara) perciò la seduta non può svolgersi. Tra lo scalpore generale l'assemblea viene rinviata al prossimo 5 ottobre." 

"Non è la prima volta che in sede di Autorità Idrica certe decisioni vengono rinviate per mancanza del numero legale - spiega Marconcini - visto che solitamente la partecipazione dei comuni è tutto fuorché massiccia. Questo problema non può, del resto, non stimolare una riflessione su quanto sia efficace, oltre che equo, un modello di gestione dell'acqua come quello che la Toscana sta cercando di realizzare sotto i dettami dell'Autorità per l'Energia Elettrica il Gas ed il Sistema Idrico. Un modello dove il potere deliberante è affidato ad un manipolo di sindaci (circa 50 su 280) provenienti da diverse aree della Toscana che si trovano obbligati a validare tramite votazione i piani tariffari di tutte le altre conferenze territoriali senza conoscere la reale situazione delle diverse zone (manutenzione, investimenti, qualità del servizio) i membri dell'assemblea si trovano, dunque, ad esprimere un voto sui rincari che interesseranno territori anche molto lontani dalla propria area di provenienza. Un meccanismo che si realizza attraverso una ricerca, quasi spasmodica, di legittimità che oltre ad esautorare definitivamente i comuni più piccoli di qualsiasi prerogativa decisionale, priva molti territori del più minimo diritto di rappresentanza."


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