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Attualità giovedì 19 novembre 2020 ore 15:01

Scongiurato l'Ato unico regionale per l'acqua

Gabriele Marconcini, assessore al Comune di Sansepolcro, tira un sospiro di sollievo che ribadisce l'importanza della gestione di prossimità



AREZZO — Non lo volevano e non lo ritenevano giusto. Così quando è stata appresa la notizia che l'Ato unico regionale per l'acqua non si faceva più hanno tirato un sospiro di sollievo.

Primo tra tutti Gabriele Marconcini, assessore al Comune di Sansepolcro che parla di piccolo grande risultato ottenuto dai Comuni.

"Proprio mentre stavamo denunciando l’ultimo difetto di fabbrica del modello gestionale dell’acqua, nella seduta odierna dell’Assemblea dell’AIT siamo riusciti a compiere un passo importantissimo: in Toscana la futura gestione dell’acqua non soltanto sarà pubblica, come già votato due anni fa, ma seguirà anche una logica di prossimità, che ridarà centralità ai territori.

Grazie a questa votazione, siamo riusciti ad accantonare lo spettro dell’ambito unico toscano che più volte era stato caldeggiato dai vertici politici regionali. Come Comune abbiamo sempre insistito per associare il processo di ripubblicizzazione ad una gestione della risorsa che potesse aderire alle peculiarità dei rispettivi territori. Siamo pertanto molto soddisfatti per aver formalizzato questo importante indirizzo politico”.

Un’unica gestione regionale avrebbe infatti favorito un’eccessiva centralizzazione che di certo non sarebbe andata a beneficio delle aree più periferiche. “Con questo atto - continua Marconcini - riusciamo finalmente a rompere il mito che le macro-aree favoriscano le economie di scala: in questi anni abbiamo avuto modo di constatare nitidamente il contrario: non solo sull’acqua, ma anche sui rifiuti, sulla sanità, sui consorzi di bonifica, ecc”. 

Ora non rimane che attendere un nuovo provvedimento regionale che possa superare definitivamente la logica perversamente centralizzatrice della Legge 69 del 2011.


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