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Cultura martedì 08 agosto 2023 ore 09:14

Premio Pieve, le opere finaliste della 39 edizione

Sono state selezionate dalla Commissione di lettura nominata dall’Archivio Diaristico Nazionale le otto opere finaliste al Premio Pieve Saverio Tutino



VALTIBERINA PIEVE SANTO STEFANO — Sono state selezionate dalla Commissione di lettura nominata dall’Archivio Diaristico Nazionale le otto opere finaliste al Premio Pieve Saverio Tutino 2023: SE SAVERIO FOSSE OGGI, dedicato, quest’anno fin dal titolo, al fondatore dell’Archivio dei diari nel centesimo anniversario della nascita. 

Manifestazione storica dedicata alla cultura della memoria, il Premio Pieve 2023 si svolgerà a Pieve Santo Stefano dal 14 settembre per concludersi domenica 17 con la proclamazione dell’opera vincitrice della 39a edizione.

In concorso l’epistolario di una giovane coppia nell’Italia del secolo scorso, quattro memorie autobiografiche, tre diari scritti quasi quotidianamente. Le otto opere assieme compongono un affresco esclusivo ed efficace della Storia d’Italia: dal 1914 sul confine italo-austriaco, al 2022 in Italia, attraversando Europa, Centro America, Medio Oriente.

Vincenzo Calzia ha 18 anni nel 1914. Attende la chiamata alle armi che lo porterà al fronte, in Carnia, come sottotenente nel corpo degli Alpini. Combatte sull’Altopiano di Asiago, sul Pasubio e sul Monte Grappa. Il grande entusiasmo iniziale per la guerra patriottica è presto seguito dalla scoperta dell’orrore in trincea. Col nome della Patria sulle labbra è il titolo della sua memoria: Vincenzo ricorda la morte dei compagni, la paura di essere ucciso, le fucilazioni sommarie, la “vittoria mutilata”. Sopravvive alla brutalità della guerra ma l’epidemia di spagnola gli toglierà due fratelli. Il sospirato congedo arriva nel marzo 1920, Vincenzo tornerà al mestiere di insegnante e diventerà vicesegretario comunale nella sua Liguria.

Nel 1948 Vittoria Cerisola ed Edoardo Guelfi sono due giovani sposi. Si sono incontrati nel piccolo centro dove entrambi vivono, Vado Ligure. Prendono in gestione il negozio di generi alimentari della madre di lui ma le tasse, i prestiti, i debiti precedentemente contratti dalla famiglia convincono Edoardo a imbarcarsi su una petroliera svedese che per un intero anno, dal 1952 al 1953, lo porterà in mezzo mondo, lontano da Vittoria e dalla piccola Chicchi. Più scriverai più ti vorrò bene raccoglie una corrispondenza densa e vivace sulle sfide che i due giovani tutti i giorni devono affrontare, ci ricorda il coraggio di tante persone, di tante famiglie costrette all’emigrazione. Lino è stato avvocato. Ora insegna, a Pistoia dove è nato, dipinge e scrive racconti. La caduta e la ripresa è il suo diario, dove annota per sette anni le tappe di un percorso di vita, di accettazione e trasformazione; racconta i suoi stati d’animo altalenanti, i ricoveri presso strutture psichiatriche, dove spesso entra di sua volontà per curare un disturbo borderline. C’è tutto nelle sue pagine: lavoro, amore, il rapporto con i genitori, le droghe, specialmente spiritualità e religione, i grandi temi della sua vita, perni di un considerevole desiderio, e necessità, di introspezione. Necessaria per Lino è soprattutto la scrittura, funzionale a fermare dei punti di uno stato d’animo oscillante. 

Ada Maestrale ricorda un viaggio che nel 1979 la porta in Messico, Guatemala e Belize con le amiche Rosa e Rina. È forte il desiderio di conoscere altri paesi e altre culture, di incontrare persone nuove. Il tutto raccontato nella memoria Il nostro Messico, ricavata da appunti di viaggio e resa con una scrittura intensa, descrizioni minuziose, senza un giudizio morale sui luoghi o sulle persone.

Sottufficiale del Regio Esercito, Ettore Piccinini è deportato nei campi di lavoro del Reich dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. È trasferito a Wietzendorf in bassa Sassonia, poi nel lager di Breloh, nel 1945, stesso distretto militare, dove riesce a scrivere un diario quotidiano anche grazie al miglioramento delle condizioni di vita. I suoi compagni di prigionia sono ragazzi cresciuti sotto il regime fascista. Sulle pagine del diario Quando saremo di nuovo uomini Ettore riporta gli aggiornamenti sull’avanzata degli Alleati in Germania, la speranza della liberazione. Quando il campo di Breloh viene liberato l’autore racconta l’euforia che si libera nel campo, i pasti finalmente degni di un essere umano, l’attesa del rimpatrio. Alcuni internati aspetteranno mesi prima di tornare in Italia, Ettore lascerà il campo il 16 agosto 1945 e terminerà la scrittura del diario appena arrivato a casa.

Anche Maria Anna Rold è giovanissima, appena diciottenne, quando parte per la Germania in cerca di lavoro. I muri di Milano sono tappezzati di manifesti propagandistici che promettono lavoro facile, sicuro e ben retribuito. Le sofferenze, le umiliazioni, la paura dei bombardamenti degli alleati sulla popolazione austro-tedesca, sono riportate da Maria Anna in un diario, La via della vita, dalla scrittura viva e coinvolgente, che presenta al lettore un altro aspetto della guerra, quello della ricerca di lavoro.

Paola Tellaroli affida alla sua memoria la dolorosa esperienza di una malattia che l’ha colta di sorpresa giovanissima, a soli 30 anni. Paola lavora nel campo della Statistica, viaggia, scrive, pubblica guide turistiche. Dopo la felicità per la pubblicazione del suo primo libro, la vitalità dell’autrice viene arrestata da un ictus. La sua memoria, Tutta la polvere del mondo in faccia, parla della lotta per la riconquista della normalità, ostacolata soprattutto da difficoltà burocratiche, lacune nel sistema sanitario che minano il coraggio e la determinazione di una personalità forte e battagliera.

L’autobiografia di Solange Van Ingen ha un titolo parlante, Diario di una borderline. Solange affida alla pagina scritta i ricordi della sua adozione in una famiglia che l’ha accetta e le ha voluto bene; del razzismo, subito per il colore della sua pelle; degli abusi fisici e psicologici e dei disturbi di alimentazione e di personalità. Ma anche dell’amore per sua figlia, nata da un rapporto violento e tormentato. 

Ideato e organizzato dall’Archivio dei diari, il Premio Pieve è sostenuto da numerose istituzioni tra cui Ministero della Cultura, Regione Toscana, Comitato per le celebrazioni del centenario della nascita di Saverio Tutino, Banca di Anghiari e Stia, Fondazione CR Firenze, Camera di Commercio di Arezzo e Siena.


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