Aria di ferie: ma la terapia va in vacanza?
di Federica Giusti - venerdì 06 agosto 2021 ore 07:00
Oggi è il mio primo giorno di ferie dopo mesi davvero intensi.
Ognuno ha avuto i suoi motivi per stancarsi durante quest’ultimo anno, e io ho avuto i miei. In più la pandemia che ci insegue da 18 mesi a questa parte, sicuramente non ha aiutato.
Le ferie sono necessarie, fisiologicamente parlando, ed è quindi necessario riuscire a ritagliarsele.
E dico ferie e non vacanze perché non tutti possono permettersi di andare altrove fisicamente, vuoi per difficoltà economiche o per necessità familiari. Ma le ferie sono comunque sacre.
Anche per noi psicologi!
Nelle ultime settimane ho ricevuto molte chiamate di persone che avrebbero voluto appuntamenti a stretto giro e sono consapevole di non essere riuscita ad accogliere queste domande. Anni fa questa situazione mi faceva sentire in colpa ed inadeguata. La mia tutor e mentore mi diceva sempre che con il tempo e l’esperienza avrei imparato a gestire queste dinamiche. E così è stato.
Riconoscere di non avere più le risorse per prendersi il carico di una cosa importante come la vita degli altri è un atto di rispetto fondamentale verso i nostri pazienti. E rischiare di fare un solo incontro, a corsa, per poi rimandare a quattro settimane dopo, a mio avviso, non sarebbe corretto nei confronti di chi si fida e si affida a noi. Ecco perché non sto prendendo nuovi appuntamenti fino a settembre.
Qualche giorno fa, in un bar del centro di Pontedera, mia città e sede del mio studio, ho incontrato una ex paziente che mi ha chiesto dove andassi per le ferie e quando ho risposto: “Credo proprio rimarrò in zona” mi ha detto: “Quindi lavorerà o riese a staccare?” e mi sono sorpresa fiera nel dire che avrei staccato per il mese di agosto.
Ebbene sì, anche gli psicologi vanno in vacanza e anche gli psicologi hanno bisogno di ri-ossigenarsi un po’, di prendere le distanze dalle storie di vita che ascoltano giorno dopo giorno, seduta dopo seduta.
Chi mi conosce sa quanto ami il mio lavoro, ma sa anche quanto sia necessario per me avere la certezza di poterlo fare al massimo delle mie possibilità.
Vorreste forse essere operati da un chirurgo stanco e demotivato? Suppongo di no.
Alla stessa maniera, non credo vi farebbe piacere fare una psicoterapia con un professionista consapevole di aver necessità di fermarsi e ricaricare le batterie.
Per quel che riguarda i percorsi in essere, le ferie del terapeuta non coincidono con le ferie della terapia. Tutt’altro! Durante le ferie le terapie possono essere portate avanti dal paziente stesso, che ha modo di mettersi alla prova e testare il livello raggiunto relativamente agli strumenti che sta apprendendo. Spesse volte io lascio proprio dei compiti per casa, un po' come quelli che tanto odiavo da studentessa, ma che avevano l’obiettivo di farci lavorare sui contenuti appresi. In questo caso non parlerei di contenuti ma di vissuti o atteggiamenti relazionali. Non potersi confrontare con il terapeuta obbliga a lavorare in autonomia, anche perchè credo molto nell’idea che la terapia non avvenga solo in studio, ma avvenga soprattutto fuori da quel contesto, nella vita quotidiana di quella persona.
Insomma le ferie servono a tutti, a terapeuti e pazienti.
Io me le godrò un po' a zonzo nella mia adorata Toscana, rigorosamente mare con la voglia di riappropriarmi anche delle piccole chicche che la nostra Regione ci regala, svuotate dagli abitanti ormai in vacanza.
Buone ferie a tutti voi!
Federica Giusti