La Befana che tutte le feste porta via
di Federica Giusti - venerdì 06 gennaio 2023 ore 07:00
Siamo arrivati alla Befana che, come è noto, mette fine alle vacanze di Natale. Da piccola non ero una grande amante di questa giornata, devo essere sincera. Perché adoravo il Natale e il 6 gennaio sanciva la fine di tutto: niente più regali, niente più albero ed addobbi e, ovviamente, rientro a scuola.
Crescendo, però, ho imparato che il bello delle feste è proprio il fatto che finiscano. Questo loro essere una parentesi nello scorrere delle nostre vite, ce le fa godere di più ( o odiare di più, dipende dai punti di vista!).
Si esce sempre diversi da questo periodo perché nel mezzo c’è il cambio dell’anno, qualcosa che finisce per far sì che qualcosa possa iniziare, parafrasando Tolstoj. E che piaccia o meno, è proprio con la fine delle festività e il ritorno alla quotidianità che si può toccare con mano l’idea del cambiamento.
Non mi riferisco a tutta la lista di buoni propositi che, con molta probabilità, non seguiremo affatto ed abbandoneremo prima dell’arrivo della primavera. Penso a ciò che accade ad ognuno di noi quando ci permettiamo, magari satolli dai pranzi, di prenderci del tempo per riflettere e decidere cosa tenere dell’anno passato e cosa lasciare andare. Ovviamente in termini di atteggiamenti e non certo di cose materiali. Ogni inizio anno, ogni Befana, può essere davvero lo spartiacque, ciò che ci permette di raggiungere l’altra sponda, e così fino alla fine. Salti di corrente in avanzamento.
E magari potremmo decidere di lasciare sulla vecchia riva il rancore e la rabbia, quell’insana voglia di giudicare e inasprirsi, e, a grandi bracciate, potremmo raggiungere la nuova sponda dell’accoglienza e del perdono, non tanto e solo degli altri, ma, in primo luogo, di noi stessi. Non siamo perfetti ma migliorabili, e questo lo possiamo fare solo attraverso i nostri errori. So che può sembrare banale ma credo non sia nemmeno così facile da mettere in pratica. E poi potremmo anche decidere di tagliare qualche vecchio ramo secco, che ci delimita la visuale e impoverisce le nostre risorse, piantando e curando tutto ciò che di bello e rigoglioso sta attorno a noi.
E se pensiamo a noi un anno fa, due anni fa, o ancora più a ritroso nel tempo, sicuramente noteremo che il nostro modo di osservare noi stessi e gli altri oggi è diverso, in maniera quasi impercettibile forse, oppure profondamente, ma non è lo stesso della Befana del 2022.
E se la Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte, perché non le togliamo proprio quelle scarpe, che senza zavorre si nuota meglio e si raggiunge prima l’altra riva del nostro viaggio?
Buon 2023! E buona nuotata!
Federica Giusti